I numeri del Coaching

01/04/2021 • Articoli

ICF GLOBAL per la prima volta nel 2007 decise di fare uno studio del settore del coaching e di renderne noti i risultati, basandosi su un'indagine completa che esplorasse argomenti quali le dimensioni, le entrate del settore, l'attività e la pratica del coaching e le prospettive sulle tendenze di settore. Un’indagine utile rinnovata anche nel 2012, 2016 e 2020. Con questo articolo è mio desiderio condividere con voi questi importanti dati che ICF ci mette a disposizione e che potranno risultare utili.

Lo studio è stato commissionato da parte di ICF a PricewaterhouseCoopers LLP, con l'obiettivo di coinvolgere il maggior numero possibile di coach professionisti, al fine di fornire un quadro aggiornato della professione e di responsabilizzare i coach professionisti ad affrontare le sfide che ci attendono. Lo studio pubblicato nel 2020, che ha preso in esame il periodo da maggio 2019 a dicembre 2019, ha raccolto 22.457 risposte, da 161 diversi paesi ed è disponibile in 9 lingue (Italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, giapponese, koreano e mandarino). Il numero di risposte ricevute è un dato che supera del 46% quello del 2016 (15.380 risposte), fornendoci una prima testimonianza della crescita e dell’ampiamento del settore.

QUANTI SONO I COACH NEL MONDO?

Mi sono permessa di mettere a confronto le due aree che ho reputato poter essere di maggiore interesse per noi; il report di ICF ovviamente contiene tutti i dati nel dettaglio per area geografica.

QUAL È IL FATTURATO MEDIO DI UN COACH?

QUAL È IL FATTURATO ANNUO TOTALE STIMATO DEL SETTORE?

Sono state prese in considerazione unicamente le entrate della sola professione di coach (un coach potrebbe infatti offrire anche altri servizi, come ad esempio consulenza e formazione). Il 90% dei coach professionisti intervistati ha dichiarato di avere clienti attivi e ha condiviso i dati dei loro ricavi annuali in 76 valute differenti che, per comodità, ICF ha convertito in USD. Ovviamente leggendo questi dati dovremo contestualizzarli in termini di parità di potere di acquisto e stili di vita locali.

Dopo aver concluso lo studio a dicembre 2019, la pandemia mondiale del COVID-19 ha indotto ICF a fare un ulteriore studio a giugno 2020, con un questionario on line, che aveva l'obiettivo di raccogliere informazioni aggiornate sull'impatto della pandemia sui dati appena raccolti. In totale sono arrivate circa 10.000 risposte da 140 paesi differenti.

Vi riassumo di seguito i dati a mio parere più rilevanti riguardanti gli impatti della pandemia sul settore:

Ci si è interrogati inoltre sui maggiori ostacoli che il settore del coaching avrebbe affrontato nei successivi 12 mesi, quindi fino a Luglio 2021. Ecco le risposte più rilevanti ricevute:

Proprio per quanto riguarda la confusione sui benefici del coaching, mi sento di condividere quanto ICF Italia ha deciso di fare con il suo Comitato Scientifico lavorando sul progetto Coaching Efficacy. Questo progetto ha appunto l’obiettivo di fornire dati che provino l’efficacia del coaching per la prima volta su base scientifica. Questo sarà uno strumento estremamente utile sia per noi coach professionisti che per chiunque decida di prendere in considerazione un percorso di coaching. Si tratta di un prezioso strumento che non vediamo l’ora di poter utilizzare. Forza Comitato Scientifico!

IL COACHING IN AMBITO “BUSINESS”

Per rispondere a questa domanda ICF decide di affidarsi a Human Capital Institute (HCI), il cui ultimo report noto è del 2018 (su base 2017 e 2018). Il report si è focalizzato sulla gestione del cambiamento e sul ruolo del coaching nelle iniziative di gestione del cambiamento e, come prima informazione, ci dice che le realtà più organizzate sono più propense ad introdurre ed utilizzare attività di apprendimento e di sviluppo legate alla gestione del cambiamento.

Di queste realtà (riporto solo le attività inerenti il coaching):

Le attività di coaching sono servite di supporto al raggiungimento di obiettivi nei seguenti ambiti:

leadership personale, forza e punti ciechi (72/83%);
superare le resistenze (62/70%);
processi e strumenti (52/67%);
resilienza personale (54/67%);
familiarità e prontezza al cambiamento (50/66%);
promuovere le partnership e creare team di cambiamento (51/63%);
agevolare una cultura agile (47/53%);
modelli e metodi (37/46%);
gestione dello stress (37/44%);
agevolare i fattori del cambiamento (35/43%).

IL COACHING IN AMBITO “LIFE”

In questo caso ICF decide di affidarsi a PwC Research, il cui ultimo report noto è del 2017 e aveva come obiettivo lo studio della consapevolezza del coaching tra le persone oltre i 18 anni. L’indagine ha ricevuto un totale di 27.134 risposte da 30 differenti paesi. Il primo dato che ci comunica è che il 22% degli intervistati conosce molto bene il coaching, il 44% sa qualcosa a riguardo e il 34% non lo conosce affatto (definirei quest’ultima una quota libera di mercato che può rappresentare un’opportunità).

Quali sono le principali ragioni per le quali ci si rivolge ad un coach e le relative percentuali dei risultati:

Un’ultima informazione importante comunicata da ICF riguarda il ritorno dell’investimento (R.O.I), un dato che però risale al 2009 ma che reputo utile comunque condividere. La relazione coach-cliente genera apprendimento e chiarezza per azioni future con l’impegno ad evidenziare risultati misurabili. Il coaching offre un buon ritorno dell’investimento nel “Life” e un significativo ritorno sull’investimento per le aziende:

Tutti i dati qui riportati sono stati divulgati da ICF, sono facilmente ritrovabili nel sito di ICF Global e se lo vorrete potrete approfondire meglio quei dettagli che più vi incuriosiranno.

Sicuramente avere dei numeri a nostro supporto ci aiuta a trasmettere e comunicare i benefici del coaching al nostro interlocutore, agevolando il marketing di noi stessi e fortificando la sicurezza con cui lo facciamo.

Buona condivisione a Tutti!

Autore: Francesca Di Gioia, ACC

Volontario Area Comunicazione 2021